Uno studio inglese mostra gli impatti ambientali di diete con o senza carne
Negli ultimi anni le diete a base di prodotti di origine vegetale hanno ricevuto un crescente interesse per i loro potenziali benefici per la salute umana e ambientale. Il concetto di dieta a base vegetale, tuttavia, varia molto e le definizioni attuali vanno dall’esclusione di tutti i prodotti animali a diete che includono carne, pesce e latticini in quantità variabili. Una cosa, però, rimane certa: per nutrire una popolazione globale in crescita, rimanendo al contempo entro i limiti ambientali di sicurezza proposti per le emissioni di gas serra, l’uso del suolo, l’uso dell’acqua, l’inquinamento idrico e la perdita di biodiversità, sarà necessario modificare le diete (link).
A questa conclusione arriva anche un recente articolo di Peter Scarborough et al., pubblicato a luglio 2023 su Nature Food, dal titolo “Vegans, vegetarians, fish-eaters and meat-eaters in the UK show discrepant environmental impacts”.
Come ricorda l’articolo, l’impatto del sistema alimentare globale sull’ambiente è ormai noto. Si stima che nel 2015 il sistema alimentare sia stato responsabile di 18 Gt di emissioni di gas serra equivalenti, pari al 34% delle emissioni totali di gas serra a livello mondiale. L’odierno sistema alimentare è anche responsabile del 70% dell’utilizzo di acqua dolce nel mondo; inoltre, circa tre quarti della superficie mondiale libera dai ghiacci è stata intaccata dall’uso umano, principalmente dall’agricoltura, e il cambiamento di destinazione d’uso dei terreni (come la deforestazione) è una delle principali fonti di perdita di biodiversità.
Scarborough et al. mettono in relazione i dati sulla dieta di un campione di 55.504 persone tra vegani, vegetariani, mangiatori di pesce e di carne con le emissioni di gas serra, l’uso del suolo, l’uso dell’acqua, il rischio di eutrofizzazione e la potenziale perdita di biodiversità. Dalle loro analisi, appare che tutti gli indicatori ambientali hanno mostrato una relazione positiva con la quantità di alimenti di origine animale consumati. In dettaglio, l’impatto della dieta dei vegani è stato pari al 25.1% di quello dei mangiatori di carne (≥100 g di carne totale consumata al giorno) per quanto riguarda le emissioni di gas serra, il 25.1% per l’uso del suolo, il 46.4% per l’uso dell’acqua, il 27% per l’eutrofizzazione e il 34.3% per la biodiversità.
Il nesso tra impatto ambientale e consumo di alimenti di origine animale è chiaro e secondo Scarborough et al. altri mezzi per ridurre l’impatto ambientale del sistema alimentare, come i progressi tecnologici o la riduzione degli sprechi alimentari, non saranno sufficienti senza un importante cambiamento nella dieta.
Anche The Lancet, ricorda che i sistemi alimentari hanno il potenziale per nutrire la salute umana e sostenere la sostenibilità ambientale, tuttavia, attualmente stanno minacciando entrambi. Fornire alla popolazione mondiale diete sane e sistemi alimentari sostenibili è una sfida urgente e poiché gran parte della popolazione mondiale è nutrita in modo inadeguato e molti sistemi ambientali sono spinti oltre i limiti di sicurezza, serve una trasformazione globale del sistema alimentare.
L’impatto ambientale degli alimenti di origine animale è generalmente più elevato di quello degli alimenti di origine vegetale, questo a causa sia dei processi diretti legati all’allevamento (ad esempio, la produzione di metano da parte dei ruminanti), sia dei processi indiretti legati all’inefficienza dell’utilizzo delle colture coltivate per l’alimentazione animale.
Per questo motivo, le diete proposte per una produzione alimentare sostenibile a livello globale richiedono che la maggior parte dei Paesi ad alto reddito riduca radicalmente il consumo di alimenti di origine animale. Lo studio di Scarborough et al. conclude che l’abbandono degli alimenti di origine animale può dare un contributo sostanziale alla riduzione dell’impronta ambientale del Regno Unito.